Due finali scudetto, una semifinale e un quarto di finale. E quell’overtime contro Padova in gara 1 della prima finale scudetto che avrebbe potuto cambiare la storia. O forse no. Chissà. Restano però i ricordi di una squadra che ha portato Noto sul tetto d’Italia, che ha sfiorato per ben 2 volte lo scudetto e trasformato un po’ tutti in appassionati (ed esperti) di hockey in line, nonostante poi le partite si giocassero in quel di Rosolini. Questa è la storia dei Wild Boys Noto.
Siamo a cavallo dei due secoli. Nel 1997 nasce l’associazione sportiva Wild Boys Hockey Team Noto (fonte Piano di Comunicazione 2003/2004 della stessa società). Nel 2000/2001 la squadra arriva in Serie A2 e disputa anche i play-off promozione. Promozione nella massima serie che arriverà l’anno successivo: è la prima squadra del Sud Italia a varcare la A1. I colori sociali sono il giallo, il blu e il bianco. La divisa è bianca con inserti blu e gialli, tonalità invertite per il completo da trasferta. Nel 2002/2003 arriva l’esordio in Serie A1. In panchina c’è il tecnico Roberto Zumofen, confermato dalla stagione precedente, e in rosa arrivano giocatori importanti come il portiere Francois Gravel, Martin Lacroix (entrambi canadesi), lo sloveno Jure Vunk, gli italiani Ingemar Gruber, Andreas Huber, Patrick Bona, Emanuele Scelfo, Luca e Massimo Ansoldi. Giocatori che affiancano lo zoccolo duro della squadra, composto da molti giocatori locali in un giusto mix tra talento ed esperienza. Alcuni atleti difenderanno anche i colori della nazionale italiana ai mondiali, conquistando tra l’altro nel 2003 uno storico bronzo.
In quegli anni a Noto arriveranno a giocare anche Matteo Sala, Nicoló Sala, Nicola Conforti, Patrick Frizzera, Stefano Antinori e Luca De Zordo, tutti giocatori nel giro della nazionale tra le più competitive.
La formazione netina sorprende tutti: arriva terza nel girone B, liquida in due gare i Dragons Gallarate campioni d’Italia uscenti e in semifinale scudetto ritrova gli Asiago Vipers che avevano dominato il girone B con 7 vittorie e una sola sconfitta. Ci vorranno tre gare per avere ragione dei veneti e ad attendere i siciliani nella prima storica finale scudetto ci sono i Ghosts Padova. Il sogno svanisce in gara 2: 4 a 3 per i veneti in gara 1 all’overtime (a 28 secondi dalla fine), risultato identico in gara 2 e primo tricolore per Padova.
La stagione successiva i Wild Boys arrivano secondi nel girone B e ai quarti di finale dei play-off scudetto si vendicano di Padova, eliminandola in 2 gare, ma in semifinale riecco gli Asiago Vipers: 2 a 0 per i veneti e sogno scudetto rinviato.
Arriviamo alla stagione 2004/2005, i Wild Boys sono ancora ai play-off, vincono ai quarti contro Reggio Calabria (2 a 1) e superano i Lions Arezzo in semifinale. In finale ci sono gli Asiago Vipers e anche questa volta non va bene: il titolo lo vincono i veneti, con gara-1 decisa ancora una volta ai supplementari e vinta dai Wild Boys con rete decisiva di Vunk. Netini che però si fanno rimontare e perderanno le altre tre sfide che finiranno per consegnare lo scudetto ad Asiago.
La stagione 2005/2006 è l’ultima dei Wild Boys in Serie A1: il girone lo passano come secondi ma ai quarti ad attendere i netini nemmeno a dirlo ci sono ancora una volta gli Asiago Vipers: vittoria 2 a 1, veneti che si involano verso l’ennesimo scudetto e titoli di coda sull’avventura sportiva della società netina nella massima serie.
Restano i ricordi, alcune foto – peccato non fosse ancora il tempo dei social – la sensazione di aver gareggiato ad armi pari contro corazzate. Ma anche la consapevolezza di aver scritto una pagina importante della storia dello sport netino che, in fondo, nessuno potrà mai cancellare e sarebbe bello continuare a ricordare.
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