Una Cattedrale pienissima dentro con tante persone che sono rimaste fuori, poi il volo dei palloncini e amiche ed amici che hanno voluto accompagnare il loro sfortunato compagno di tante serate fino all’ultimo, quasi “scortandolo” in sella ai propri scooter con tappa anche al parcheggio Schemmari, dove Francesco si ritrova con loro.
Una folla umana ha reso omaggio oggi a Francesco Mucha, il giovane di 16 anni morto sabato notte nell’incidente di via Aurispa. C’erano tutti i compagni della 2C della scuola dei Mestieri Ars che frequentava, gli ex insegnati, i tanti che avevano avuto modo di conoscerlo. C’erano la mamma e i parenti in prima fila, ancora scossi da un lutto inspiegabile, una tragedia immane. A celebrare il funerale è il vescovo di Noto, monsignor Salvatore Rumeo
All’uscita dalla Cattedrale un grosso applauso ha squarciato il silenzio in cui è piombato il centro storico netino, poi il corteo funebre lungo corso Vittorio Emanuele e in piazza XVI maggio a scortare la bara bianca, con i tantissimi amici si sono messi in sella ai loro scooter per accompagnare Francesco nel suo ultimo viaggio.
Durante il funerale, gli amici hanno espresso il loro dolore con parole toccanti: “Chi se lo sarebbe mai aspettato? Ci hai lasciato un vuoto incolmabile, ci hai distrutto. Speriamo che tutto ciò che stiamo dicendo tu lo possa sentire, nulla potrà mai cancellarti dai nostri cuori. Speriamo che questa lettera ti raggiunga per farti sentire il nostro affetto. Sarai sempre il nostro Cicciuzzo, il ragazzo dal cuore grande che si farà conoscere anche lassù.”
La madre, Eva, ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono stretti attorno al suo dolore: amici, ragazzi presenti, genitori, le comunità di Ispica e Siracusa, le scuole e l’intera città di Noto, che ha dimostrato grande vicinanza in questo momento difficile.
Durante la cerimonia, Don Maurizio Novello ha rivolto un messaggio ai presenti: “Quello che è accaduto a Ciccio poteva succedere a ciascuno di noi. Dobbiamo essere prudenti quando siamo in moto: indossare il casco e agganciarlo sempre. Non è necessario correre, perché quando la vita si ferma, non abbiamo più una meta. I vostri genitori devono potervi vedere tornare a casa sani e salvi. Facciamo una promessa nel nome di Ciccio: diventiamo più responsabili, più attenti alla vita, perché ne abbiamo solo una. Usciamo da questa chiesa più maturi, responsabili e giudiziosi.”
All’uscita dalla cattedrale, palloncini azzurri e bianchi sono stati liberati in cielo, in un ultimo saluto pieno d’amore e di commozione.
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