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Ultimo weekend di Le Vie dei Tesori, a Noto si scende nel rifugio antiaereo e si visita il museo archeologico

Sabato 19 e domenica 20 ottobre

Ultimo weekend delle Vie dei Tesori per scoprire il Val di Noto: Ragusa, Scicli e Noto, ognuna con le sue particolarità, hanno attirato un grande numero di visitatori. Che hanno amato salire sui sei campanili di Ragusa – sarà ancora possibile farlo questo fine settimana -, perdersi dinanzi alla bellezza del Portale di San Giorgio o partecipare alla passeggiata naturalistica fino al torrente San Leonardo. E hanno cercato le chiese rupestri e le cave di Scicli, scoprendo anche la magnificenza di palazzo Mormino Penna da cui si abbraccia l’intera piazza principale della cittadina; oppure hanno approfittato della rara occasione di visitare il rifugio antiaereo di Noto, che dal 1945 attendeva di essere riscoperto. Sabato e domenica, 19 e 20 ottobre, ci si potrà perdere per l’ultima volta tra chiese, palazzi, circoli di ogni genere, cercando ovunque nuovi spunti di visita. Senza contare che si possono raggiungere aziende e cantine del circuito satellite delle Terre dei Tesori, costruito con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.

Le Vie dei Tesori è giunta al suo ultimo weekend anche a Marsala, Carini, Sciacca; a Palermo e Catania durerà invece fino al 3 novembre. Il festival è stato confermato nel calendario biennale degli eventi di grande richiamo turistico della Regione Siciliana. Con Unicredit come main sponsor e l’USR (Ufficio Scolastico Regionale) che collabora alla formazione degli studenti.

LE VIE DEI TESORI A RAGUSA. Ha un nome importante, trota macrostigma, e invece è fragilissima: rischia di scomparire perché l’inquinamento sta distruggendo il suo habitat naturale. Se ne potranno avvistare alcuni esemplari nel sito protetto del Libero consorzio comunale di Ragusa, dove la trota è riuscita a riprodursi: sarà il cuore della passeggiata naturalistica di Be Rural sabato prossimo alle 9.30: un’occasione anche per riscoprire Ibla visto che si seguiranno le sue stradine tortuose fino alla chiesa di San Rocco, poi si costeggia il torrente san Leonardo fino alla cava e si arriva al sito protetto dove nuotano le trote. Il resto del programma di questo ultimo weekend è bellissimo: basta ascoltare il racconto di uno dei 25 liceali (o dei 18 studenti universitari) sul Portale di San Giorgio, da scoprire nei dettagli di questo merletto di calcare dai toni rosati. Ma ci sarà anche l’occasione di sognare viaggi e percorsi scorrendo le mappe della collezione Zipelli a Palazzo Garofalo, sedersi a uno dei tavoli da gioco del vetusto Circolo da conversazione, chiedere informazioni culinarie ai “cenacolari” gastronomi; entrare negli antichi palazzi, Di Quattro o Arezzo di Trifiletti, visitare il giardino della vicino castello di Donnafugata. E salire ancora una volta su uno dei sei campanili da cui si abbraccia la città. – San Giovanni Battista (129 gradini), Ecce Homo; Santa Maria dell’Itria, Santa Maria delle Scale; San Francesco all’Immacolata, e Santissime Anime del Purgatorio, dove si sguscia attraverso una stretta postierla da torre fortificata. Ci si può anche servire del bus: per le Vie dei Tesori il Comune di Ragusa ha pensato a un biglietto giornaliero a prezzo simbolico.

LE VIE DEI TESORI A SCICLI. Un tempo lontano la chiesa di San Vito era famosa per uno sfarzoso e ricchissimo altare: si salvò dal terremoto del 1693, ma venne chiusa al culto nell’800 e divenne il canile municipale. Dal 2008 è rinata grazie al piccolo ma interessantissimo Museo storico naturalistico degli Iblei diviso in molte sezioni: se si vuole capire cosa sia una “carcara” (l’ antica fornace) bisogna visitarlo. Del tutto inatteso è invece il neoclassico Palazzo Mormino Penna, un vero colpo d’occhio per le splendide volte dipinte, senza contare che l’affaccio su piazza Italia è straordinario. Il resto del programma delle Vie dei Tesori a Scicli è veramente uno spettacolo continuo: di Chiafura si è già detto tanto, ma bisogna visitare queste abitazioni ricavate dalle cave, per comprendere come si viveva qui fino agli anni Sessanta. Poi le chiese rupestri – la seicentesca Madonna di Piedigrotta, ai piedi del Colle della Croce; la “Scalilla”, in una grotta ai piedi di San Matteo, il Calvario dove si scoprono ancora tracce delle pitture. E l’eremo di San Guglielmo con la grotta dove si ritirò l’eremita, patrono di Scicli, e l’olmo che, vuole la leggenda, fu piantato dallo stesso santo. Lo scrigno prezioso rococò di san Giuseppe, i gradini che portano in cima alla torre campanaria di Santa Maria La Nova, per abbracciare la città. E il Convento del Rosario, da monastero domenicano a centro per giovani in difficoltà. Ragusa e Scicli si visitano con un unico coupon.

LE VIE DEI TESORI A NOTO. La vera sorpresa anche in questo terzo e ultimo weekend continua a essere la discesa nel bunker antiaereo della Seconda guerra mondiale che era chiuso dal 1945: l’allestimento ricrea gli ambienti nati per proteggere dai bombardamenti, i cunicoli in pietra viva, le lampade tremolanti, gli oggetti del tempo (elmetti, una vecchia radio). Da non perdere poi il MuCiAn, il Museo civico archeologico nell’ex monastero del SS. Salvatore: dieci sale, centinaia di reperti dal Cretaceo alla tarda età romana e bizantina. Ritornano anche quest’anno nel festival sia i bassi del palazzo settecentesco dei principi Nicolaci di Villadorata, quattro sale che danno sul cortile interno, nella metà della residenza di proprietà del Comune; che il palazzo della potente famiglia Trigona, marchesi di Canicarao e di Dainamare, dove si visita la Sala Rosario Gagliardi, sempre nella metà dell’immobile del Comune. Se poi si vuole leggere la storia della ricostruzione di Noto dopo il sisma del 1693, si deve visitare il Museo dei Mecenati del Barocco dove si conservano le famose “Pietre sacre del Barocco”.


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