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Noto, il convegno “Io mi affido”: accogliere per cambiare un futuro

Ha rappresentato l'incipit di un percorso informativo e formativo che si svilupperà già a partire da maggio

Ha avuto luogo, giovedì 10 Aprile, presso la Sala degli Specchi di Palazzo Ducezio, il convegno dal titolo “IO MI AFFIDO – Accogliere per cambiare un futuro”. L’affido familiare è uno strumento che mira a tutelare il minore che vive una situazione di fragilità. Le nuove Linee di indirizzo nazionali per l’affidamento familiare inscrivono tale misura tra i Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali (LEPS) che un territorio e le sue istituzioni sono chiamate a garantire. L’Ufficio Politiche Sociali – Settore VII della città di Noto, in linea con dette Linee, ha avviato una serie di iniziative al fine di promuovere la “cultura dell’affido” e porre le basi per l’istituzione di un albo di famiglie affidatarie.

L’incontro di giorno 10, quindi, ha rappresentato l’incipit di un percorso informativo e formativo che si svilupperà già a partire dal prossimo mese di Maggio.

“L’affido familiare rappresenta un importante intervento di solidarietà che consente di offrire a bambini provenienti da famiglie in difficoltà un ambiente sicuro, affettuoso e accogliente. Attraverso questo servizio, coppie sposate, conviventi, single, con o senza figli, possono contribuire a garantire un contesto educativo e relazionale stabile per minori che vivono situazioni complesse” – con queste parole, il sindaco di Noto, dott. Corrado Figura, nel salutare i numerosi convenuti, ha espresso la sua soddisfazione per l’iniziativa messa in campo dal Settore VII dell’amministrazione comunale.

“Promuovere e sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dell’affido familiare – ha continuato, poi, l’assessore all’Educazione e Welfare, dott. Paolo Giocastro – costituisce una scelta consapevole della casa comunale volta a contribuire a formare una comunità solidale che, attivando le sue risorse interne, eviti l’istituzionalizzazione di tutti quei minori che, per motivi a loro esterni, vivono in situazioni di fragilità e marginalità”.

“L’affido familiare – ha affermato il dott. Rosario Randazzo, educatore professionale dell’Ufficio Piano del Distretto 46 e moderatore del convegno – è veramente una scelta che può cambiare il futuro; si tratta di una scelta chiara e consapevole che permette la promozione individuale e sociale. L’affidamento familiare – ha puntualizzato il dott. Randazzo – si fonda su una visione positiva delle possibilità di cambiamento delle persone e in particolare dei bambini; concezione validata empiricamente dalle positive esperienze realizzate negli ultimi decenni e dai recenti studi sulla resilienza che dimostrano che i bambini possono far fronte in maniera positiva a eventi traumatici di varia natura e intensità quando sono sostenuti da una rete sociale all’interno della quale sviluppano relazioni interpersonali significative e di effettivo sostegno alla crescita”.

Dopo tale introduzione, il moderatore ha presentato i vari relatori che, attraverso i loro interventi, hanno contribuito a presentare ai convenuti lo strumento dell’affido familiare secondo un approccio multidisciplinare.

La dott.ssa Maria Antonietta Rocchetti, Dirigente dell’Ufficio Politiche Sociali del Comune di Noto, nel suo intervento si è concentrata sull’importanza di evitare l’istituzionalizzazione dei minori. “E’ compito delle istituzioni deputate, e quindi anche del Settore che dirigo – ha affermato – garantire il diritto del bambino ad avere non una famiglia qualsiasi, ma a crescere in una famiglia idonea a risolvere i suoi problemi; una famiglia che gli permetta, crescendo, di esprimere tutte le sue potenzialità. In tale percorso sarà importante coinvolgere, in rete, tutti gli operatori sociali (sia formali che informali) che, con il loro specifico contributo, potranno realizzare un percorso di empowerment del minore affidato. Sarà, inoltre, importante – ha concluso la Dirigente – garantire una costante attività di supporto, formazione e monitoraggio di tutte le famiglie affidatarie”.

“Come vivere l’affido secondo il cuore” è stato l’argomento trattato dalla dott.ssa Annalisa Monteleone, psicologa e psicoterapeuta. “In un contesto dove si opera su frontiere emotive ed educative estremamente delicate, la preparazione degli operatori e delle famiglie affidatarie, la coerenza dei percorsi, la continuità del supporto e la presenza di risorse adeguate non sono dettagli secondari. Sono il cuore stesso del sistema. Per questo, oggi più che mai, serve un approccio professionale forte, strutturato, capace di tenere insieme competenza tecnica e cura umana”.

L’Avvocato Elisabetta Andolina, componente dell’Ufficio Piano del Distretto 46, ha introdotto il suo contributo considerando il rapporto tra norme giuridiche e società. “Il rapporto con la società è l’elemento vivificante del diritto; è il diritto vivente, l’aspetto concreto, vivo e tangibile dell’ordinamento. Per tale motivo un ordinamento che non tenesse nella dovuta considerazione i cambiamenti sociali verificatisi nel tempo, sarebbe poco efficace in quanto avulso e lontano dal contesto sociale da disciplinare. Proprio per tale motivo – ha continuato l’avvocato Andolina – oggi è possibile fare un excursus delle norme che regolano l’affido familiare. Trattare le varie leggi che, nel tempo, hanno disciplinato tale misura, se da un lato ci permette di conoscere le diverse sensibilità che, nel tempo, hanno orientato il legislatore, dall’altro ci permette di capire quello che è lo spirito attuale della norma. Analizzando, poi, le ultime sentenze giurisprudenziali siamo in grado di operare una interpretazione autentica del diritto.”

La dott.ssa Rosalinda Castaldo, rappresentante dell’Associazione “Metacometa” Onlus, ha condiviso con i presenti le sue riflessioni sul ruolo che le associazioni hanno nel procedimento di Affido Familiare. “MetaCometa è un’associazione senza scopo di lucro che si dedica al sostegno dei bambini e delle famiglie in situazioni di disagio. Fondata con l’obiettivo di tutelare e proteggere i bambini attraverso l’affido familiare, MetaCometa si impegna a fornire aiuto e supporto alle famiglie e ai singoli che desiderano condividere l’esperienza dell’affido, offrendo una rete di famiglie, formazione e sostegno. La mia esperienza in associazione – ha continuato la dott.ssa Castaldo – mi conferma sull’importanza strategica che il Terzo Settore ha in ambiti delicati quale l’Affido Familiare: l’attivazione e la cura della rete a sostegno dell’affidamento familiare è l’obiettivo fondamentale e irrinunciabile per sostenere ogni esperienza affidataria. La rete a sostegno dell’affidamento familiare deve dar vita a luoghi stabili di incontro, coordinamento e condivisione in cui valorizzare la complementarietà e la sussidiarietà delle azioni e degli interventi realizzati dai diversi soggetti, pubblici e privati, coinvolti”.

La chiusura del convegno è stata caratterizzata dalla progettualità a breve e medio termine. “L’obiettivo che si vuole raggiungere – ha detto il dott. Randazzo – è istituire un albo di famiglie affidatarie. Avere un elenco di famiglie disponibili all’accoglienza e all’affido rappresenta, per un territorio, una “banca sociale” che faciliterà interventi volti alla cura, alla protezione e alla promozione di minori che non devono essere segnati per sempre da fragilità che, purtroppo, li hanno riguardati da piccoli”.

I prossimi appuntamenti si terranno presso l’ex Cantina Sperimentale – Largo Pantheon nei giorni: 6 maggio, 4 giugno e 8 luglio.


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