Tra il 1919 e il 1920, gli anni del “biennio rosso”, anche in Sicilia, come in tutta Italia, ebbero luogo le grandi lotte contadine per la conquista delle terra e per ottenere aumenti salariali, miglioramenti delle condizioni di lavoro, riduzione dell’orario lavorativo a otto ore giornaliere. Scioperi, occupazioni, manifestazioni, cortei di protesta, si verificarono un pò ovunque, mettendo in discussione l’assetto economico e politico della borghesia e del notabilato.
A Noto, dove il misero salario giornaliero veniva arrotondato con un piatto di minestra e con un litro di vino, un giovane sindacalista, Paolo Mirmina, Capolega dei braccianti presso la Camera del Lavoro, attivo difensore dei contadini e dei lavoratori locali, venne assassinato nel corso di un comizio dell’allora parlamentare socialista Vacirca, un delitto rimasto impunito, come altri del resto.
Anche quest’anno, con l’occasione della ricorrenza del ricordo dei defunti, una delegazione dello Spi Cgil e della Cgil di Siracusa, su iniziativa del Dipartimento Memoria della categoria dei pensionati siracusani della Cgil, ha deposto una corona di fiori sulla sua tomba presso il cimitero di Noto, per tenere sempre vivo il ricordo di un uomo, che per le sue idee e per il proprio impegno a favore degli ultimi, non ha esitato a mettere a disposizione la propria vita.
Grande esempio per tanti, ancora ai nostri giorni, periodo difficile e complicato, dove chi ha compiti di governo, sembra aver smarrito la missione alta della politica, occuparsi del bene comune
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