Alla fine la gara è da rifare e buona parte della stagione turistica se ne è andata con i siti culturali del Comune di Noto chiusi al pubblico.
La gara d’appalto è da rifare dopo una prima sentenza del Tar che dava ragione alla ditta arrivata seconda (su due partecipanti) e dopo che il Comune non ha ritenuto sufficienti alcune delucidazioni chieste proprio alla ditta in questione prima di procedere alla firma sul contratto. E così, per tutta l’estate, Sala degli Specchi e la terrazza di Palazzo Ducezio, la parte visitabile di Palazzo Niicolaci e il Teatro Tina Di Lorenzo, sono rimasti chiusi ai turisti e ai visitatori. E anche in un certo silenzio.
Una vicenda lunga quasi un anno. Ad ottobre 2023 viene indetta la gara per la gestione dei tre siti culturali del Comune, per un periodo di 5 anni, con importo del valore a base d’asta pari a 720mila euro con il criterio del minor prezzo per l’aggiudicazione. Alla selezione risultavano ammesse due società, una con un ribasso del 12,60%, e un’altra con un ribasso del 53,67%, alla quale verrà aggiudicata la gestione. La società esclusa ricorre al Tar per una serie di motivi, tra cui anche quella relativa alle idoneità professionali. Il Tar accoglie il ricorso e impone al Comune di annullare la determina di aggiudicazione, dopo che nel frattempo il servizio era comunque partito (Qui il dettaglio di quella prima sentenza). Sentenza contro cui ricorre la ditta aggiudicataria, che però si vede respingere la richiesta di sospensiva, con il rinvio al giudizio di merito ai mesi successivi.
Il Comune esegue la sentenza del Tar e procede con l’aggiudicazione dell’appalto alla seconda e ultima società partecipante, vincolando la firma del contratto ad una serie di specifiche richieste per iscritto.
Ma quando arrivano le risposte alle domande specifiche, il Comune ritiene opportuno effettuare un passo indietro, escludendo di fatto anche quest’ultima società per alcune incongruenze sulla reale possibilità di coprire le ore previste dall’appalto secondo le regole della gara dichiarandola non aggiudicabile, in quanto non ci sono più ditte in graduatoria e rimandando tutto a una futura nuova gara d’appalto, a meno che non arrivino ulteriori indicazioni dai ricorsi pendenti al Tar e al Cga. Eravamo a metà agosto.
Il Comune adesso valuta una soluzione economica più vantaggiosa, dopo aver esaminato i rendiconti sugli incassi che vanno da marzo a giugno, accorgendosi di una “evidente discrasia tra gli incassi ipotizzati dalla stazione appaltante e posti a base d’asta (720mila euro per 5 anni) con quelli realmente introitati nel trimestre..con condizioni decisamente sfavorevoli per il Comune”. Basti pensare che in soli 3 mesi, e non di altissima stagione, erano stati incassati circa 113mila euro che proietterebbero gli incassi annui a circa 450mila euro.
Intanto i tre siti restano chiusi.
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