Il ricorso è infondato e dunque viene respinto. Il Tar di Catania si è espresso così sul ricorso presentato da 33 tra operatori turistici e società del settore per l’annullamento della delibera di Consiglio comunale con cui veniva aumentata al massimo previsto dalla legge la tassa di soggiorno in seguito alla dichiarazione di dissesto votata dall’attuale maggioranza che siede a Palazzo Ducezio.
Tar che aveva respinto la richiesta di sospensiva cautelare, rimandando tutto alla trattazione nel merito, con il ricorso che è stato trattenuto in giudizio nell’udienza del 14 febbraio.
Il ricorso presentato dai 33 operatori turistici puntava su 7 motivi di gravame, tra cui il mancato coinvolgimento delle associazioni nella scelta, la mancata obbligatorietà della scelta in quanto l’imposta di soggiorno risulta una tassa di scopo e non avrebbe avuto nulla a che vedere con la necessità di sanare il bilancio comunale, e la non corretta gestione della tassa.
Entrando nel merito, il Tar ha ritenuto, invece, un vero e proprio obbligo per un ente dissestato l’aver alzato la tassa di soggiorno al massimo consentito dalla legge, evidenziando come, seppur i proventi risultano vincolati per il loro utilizzo, finiscono sempre nel bilancio comunale favorendone il riequilibro e consentendo al Comune di effettuare interventi proprio in sostegno del settore turistico ricettivo, che altrimenti potrebbero non trovare disponibilità di risorse.
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