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Omicidio di Sara Campanella, le scuse dei genitori di Argentino rifiutate dalla famiglia della ragazza

"Le circostanze ed i comportamenti successivi al grave fatto delittuoso, escludono si tratti di scuse sincere”

La famiglia di Stefano Argentino, il 27enne originario di Noto che ha confessato l’omicidio di Sara Campanella, 22 anni collega di corso universitario a Messina, ha scritto una lettera alla famiglia della ragazza per chiedere scusa per “il gesto ingiustificabile e inspiegabile” commesso da loro figlio. Lettera recapitata attraverso il proprio legale, l’avvocato Giuseppe Cultrera, che la famiglia Campanella non ha voluto leggere affidando al proprio legale, l’avvocato Concetta La Torre poche parole di  spiegazione: “ritengono si tratti di mero “atto dovuto”; le circostanze ed i comportamenti successivi al grave fatto delittuoso, escludono si tratti di scuse sincere”. Anche l’avvocato Cultrera aveva ritenuto opportuno scrivere una lettera alla famiglia Campanella, e anche in questo caso era arrivato un diniego a conoscere il contenuto.

Questa la lettera scritta da Antonio e Daniela Argentino, genitori di Stefano, attualmente in carcere a Messina, indirizzata alla famiglia Campanella tramite corrispondenza tra i legali che stanno seguendo il caso.

“Carissimi genitori di Sara, caro fratello, parenti tutti, quelli trascorsi sono giorni in cui il vostro immenso dolore meritava solo silenzioso rispetto, almeno da parte nostra. Non riusciamo ancora a darci una spiegazione – e probabilmente non riusciremo mai a darcela- ma non possiamo esimerci a porgere, con il cuore a pezzi, le nostre scuse per l’inspiegabile e ingiustificabile gesto compiuto da nostro figlio.

Non ci sono parole. Comprendiamo, da genitori a genitori, il vostro dolore. Rispettiamo ogni vostra scelta e ci limitiamo a chiedere scusa, per quanto possa servire a consolare un cuore di genitore, per il gesto compiuto da nostro figlio. Con tutto il cuore, mandiamo un sincero abbraccio alla vostra famiglia.

Antonio e Daniela Argentino”.

Lettera che la famiglia Campanella non ha voluto leggere, in quanto, ritenuto un “mero atto dovuto” che, per le circostanze e i comportamenti successivi a quanto successo il 31 marzo scorso a Messina “escludono di tratti di scuse sincere”. 

Anche l’avvocato Giuseppe Cultrera, legale della famiglia Argentino,  aveva indirizzato una lettera alla famiglia Campanella.

“Come avrete appreso nei giorni scorsi, in modo del tutto inaspettato e senza preavviso, sono stato nominato nuovo difensore, con revoca dei precedenti, da parte di Stefano Argentino.  Non senza imbarazzo, ancora una volta mi son trovato a dovermi confrontare con un caso che ha sconvolto l’Italia intera, stavolta, però, dalla parte scomoda dell’uccisore. Dico così perché fino a poco meno di un anno addietro ho difeso nelle aule giudiziarie i familiari di una vittima di femminicidio, chiedendo e ottenendo la condanna dell’omicida.

Da piccolo scelsi di fare questo tanto appassionante quanto, a volte, scomodo mestiere che, visto dal versante dell’età matura e da genitore, se non ben interpretato, potrebbe sembrare anche, in alcune circostanze, di prestare il braccio al male. Vorrei che sappiate direttamente dalla mia bocca che così non è: per dovere di toga, per giuramento prestato di fedeltà alla toga stessa, presterò la mia professione, nelle aule di Corte d’Assise, quale difensore di Argentino, pur ricordando di confrontarmi sempre con un uomo che ha spento, al di là di ogni irragionevole motivo,  il sorriso alla vostra Sara. Vigilerò sulla corretta applicazione delle norme di legge e sulle dinamiche di un processo giusto all’interno del quale, unitamente all’operato dei Vostri difensori, stimati Colleghi, che so già sarà encomiabile, nel rispetto del gioco delle parti, verrà fatta giustizia per Sara.

Per una Sara che, nell’immaginario comune, rappresenta tante donne, più o meno giovani, vittime di soprusi, a volte fatali, spesso e per lo più per mano di chi professa la più elevata forma di amore.

Non ci sarà mai una parola che possa consolare il vostro dolore immane ma il rispetto sarà sicuramente la panacea, quantomeno giudiziaria, all’ incessante ricerca di un’agognata risposta del perché del gesto fatale. Chiarita personalmente la mia posizione, Vi giungano le mie personali più sentite condoglianze”.

Ed anche in questo la risposta della famiglia Campanella è stata quella di “non volerne conoscere il contenuto”. 

“Questa difesa – è stato poi il commento finale dell’avvocato Cultrera – di concerto con la famiglia argentino e su richiesta della stessa, aveva ritenuto un atto moralmente corretto e sentito porgere delle scuse formali per l’accaduto alla famiglia della giovane Sara. Scuse che non avrebbero alterato lo stato processuale ma che, chiaramente, rappresentano un obbligo morale. Lo si è fatto mediante invio di una lettera, per mezzo del difensore della mamma di Sara. E si noti che lo si è fatto il 15 aprile, non oggi, né ieri. Appena tre giorni dopo che questa difesa era stata incaricata. Purtroppo, già l’indomani, il difensore ha riscontrato la mail dicendo che la famiglia di Sara non ha inteso leggere le scuse in quanto trattavasi di un mero atto dovuto. Unitamente alle scuse della famiglia, questa difesa ha ritenuto di trasmettere una personale lettera di condoglianze che motivasse la scelta della difesa con la vocazione alla toga. Anche in questo caso, non è dato comprendere il motivo, la famiglia di Sara ha ritenuto di non voler, allo stato, conoscere il contenuto. È chiaro che, trattandosi di circostanze morali, si è evitato di dar loro valenza mediatica ma, considerato che si è appreso dell’avvenuta divulgazione della scelta, non sarà superfluo render noti pure i contenuti”.


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