In tendenza

Noto, corso di formazione per le guide turistiche: alla ricerca della presenza ebraica sul Monte Alveria

Il corso è stato organizzato dall’associazione culturale Mosaica col patrocinio gratuito del Comune di Noto

Si è svolto sulla “collina della memoria” di Noto antica e la sala Gagliardi di Noto, il corso di formazione per 40 guide turistiche della Sicilia Orientale.

Il corso è stato organizzato dall’associazione culturale Mosaica col patrocinio gratuito del Comune di Noto, nato dalla volontà degli associati con l’ intento di valorizzare il patrimonio culturale di Noto Antica in particolar modo la presenza ebraica ed il suo contributo alla “Felicissima” lungo tutto il Medioevo.

“Con la fatidica cacciata degli ebrei avvenuta per volontà dei regnanti Spagnoli nel 1492”, racconta il presidente dell’associazione Dott. Moshe Ben Simon, “si chiude il sipario su più di quindici anni di convivenza nella Noto medievale”. Una presenza ed indagine storica, ancora da ricercare nel sottosuolo netino.

La visita alla collina della memoria è stata condotta da Rosanna Terranova guida turistica, puntando sulla peculiarità del sito, interamente scavato nel costone roccioso, dove evidenti sono le tracce del passato ebraico. Accanto a tombe a grotticella di età protostorica, tombe a fossa di periodo greco, ipogei tardo antichi e una catacomba cristiana detta “Grotta delle Cento Bocche”, viene fuori tutta la storia di una piccola necropoli giudaica del V-VI secolo D.C.

Il corso è poi proseguito nella sala Gagliardi con maggiori approfondimenti sul tema, illustrati da esperti locali che da anni indagano il territorio.

L’archeologa Laura Fallesi, che indagò la necropoli ebraica, ha mostrato l’unicità del sito nel panorama archeologico siciliano: “La Necropoli Giudaica composta da un gruppo di tombe in stretta vicinanza fra di loro, caratterizzata dalla presenza di cinque menoroth incise nella calcarea pietra tufo locale dove due di queste, sono scolpite all’interno di un ipogeo, detto “Grotta del Carciofo”, ricavato da precedenti tombe protostoriche ed assume la tradizionale forma ad Arcosolio”.

Recentemente, ha esposto la studiosa “è stata individuata nella stessa collina, una sesta catacomba con menorah di maggiori dimensioni, il che induce a parlare di un vero complesso catacombale giudaico, unico del suo genere, oggi nominato “La collina della memoria”.

L’indagine storica ha proseguito con l’intervento del Dott. Moshe Ben Simon, che studiando i documenti medievali, ha chiarito non solo la composizione demografica della comunità ebraica netina e l’ubicazione delle due Giudecche dentro l’antico abitato ma anche il contributo produttivo – commerciale della comunità ebraica alla città, facendola diventare cuore pulsante dell’entro terra siciliana lungo tutto il Medioevo.

Lo studio del territorio ha continuato, spostando lo sguardo verso più ampio raggio, attraverso due lectio magistrali tenuti dall’abate professor Vittorio Rizzone e l’archeologa Salvina Fiorilla.

Mentre Rizzone ha puntato verso un contesto antico, mostrando insediamenti ebraici nell’antichità lungo tutto l’Altopiano ibleo, La Fiorilla ci ha arricchito, con storie e vicende di tutte le Giudecche che nel periodo Medievale sono nate in seno al territorio Ibleo.

In cerca delle tracce della città medievale sita sul Monte Alveria, ci siamo occupati della storia millenaria della comunità Judaica che fra integrazione e persecuzioni, non si poteva non ricordare il fatidico eccidio dei Giudei avvenuto nel 1474.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni