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Sigilli all’impianto di depurazione di Noto. Indagati i vertici di Aspecon, il sindaco Figura (in carica da un mese) e l’ex Bonfanti

Gli investigatori sostengono che l’assenza di controlli adeguati e la cattiva gestione dell’impianto abbiano contribuito all'inquinamento causato da negligenza nella gestione delle risorse idriche locali

La Compagnia dei Carabinieri di Noto e i Nictas, su delega del Gip della Repubblica di Siracusa, hanno posto sotto sequestro l’impianto di depurazione di Noto nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione dei reflui urbani.

I sigilli hanno riguardato l’impianto di Passo Abate, 5 scarichi fognari e la società interamente partecipata dal Comune, Aspecon, affidata all’amministratore giudiziario Antonio Mariolo, che già occupa lo stesso ruolo in Ias, il depuratore di Priolo.

L’indagine quindi coinvolge i vertici dell’azienda Aspecon, il sindaco in carica Corrado Figura e l’ex sindaco Corrado Bonfanti, con l’accusa di reati ambientali gravi legati all’inquinamento del mare.

“Si tratta di un procedimento penale avviato prima che diventassi sindaco – le parole dell’attuale primo cittadino, Figura – nel frattempo abbiamo chiesto finanziamenti per alcune condotte e sono stati fatti ripartire tutti gli impianti fognari. Ripartiti Passo Abate, Calabernardo, Testa dell’Acqua e le pompe fognarie di San Corrado fuori le mura che non funzionavano da oltre 10 anni. Si tratta di cose precedenti alla mia amministrazione”

Secondo il magistrato titolare delle indagini, Marco Dragonetti, i reflui urbani venivano scaricati in mare senza i necessari controlli, causando un disastro ambientale che ha sollevato preoccupazioni per la salute pubblica e per l’ecosistema costiero. L’impianto di depurazione, da tempo al centro di segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini, è ora oggetto di una perizia per determinare l’entità del danno ambientale.

Gli investigatori sostengono che l’assenza di controlli adeguati e la cattiva gestione dell’impianto abbiano contribuito all’inquinamento causato da negligenza nella gestione delle risorse idriche locali. Nonostante i precedenti interventi e promesse di miglioramento, la situazione sembra essere peggiorata, portando ora al sequestro dell’impianto.

Il Comune, che già nel 2016 aveva affrontato problematiche simili, è accusato di non aver risolto efficacemente la questione, lasciando che la situazione degenerasse ulteriormente portando a un procedimento penale concluso nel 2021 e sfociato, oggi, con il sequestro preventivo.

“Sono responsabilità che tutti i sindaci devono affrontare – il commento dell’ex primo cittadino Bonfanti – L’aspetto più importante riguarda la salvaguardia dell’ambiente, ben vengano queste attività per tutelare l’ambiente, poi si vedrà di affrontare il resto. Spero siano effetti circostanziali e non che si perpetuano, ma ho massima serenità e piena collaborazione anche per affrontare, pure postume, le responsabilità. Se si è sbagliato”.


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